MUSICA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE: EVOLUZIONE O TRADIMENTO?
Le nuove frontiere della creatività tra tecnologia, emozione e autenticità artistica.

VIVIAMO IN UN'EPOCA IN CUI l’innovazione tecnologica avanza più rapidamente della nostra capacità di comprenderne le implicazioni sociali e psicologiche. Tuttavia, le fondamenta della Musica – i sentimenti e le emozioni umane – restano immutate da millenni. Il Maestro CHRISTIAN RAIMO, musicista esperto, ci invita a riflettere: «Dalle percussioni paleolitiche all’IA, l’essere umano ha rivoluzionato il linguaggio, ma i suoni sono rimasti invariati, da quelli naturali a quelli emessi o costruiti da strumenti elettronici. Il problema oggi è che la tecnologia corre molto più velocemente delle nostre emozioni e dei nostri bisogni.»
**MUSICA E IA: COME CAMBIA IL MODO DI FARE ARTE?**
La Musica contemporanea si è progressivamente distaccata dalla sua funzione puramente catartica o di purificazione ed elevazione.. Oggi, le esperienze sonore si trasformano in momenti fluidi, spesso privi di multidimensionalità. La complessità artistica si riduce talvolta a un parlato ritmico registrato in studio e riprodotto in modalità bidimensionale, senza profondità. Esiste persino la possibilità di costruire prospettive artificiali in fase di registrazione, un tema che meriterà ulteriori approfondimenti.
MA LA VERA RIVOLUZIONE RISIEDE NELLA POSSIBILITÀ DI COMPORRE MUSICA SENZA L’INTERVENTO DI UN COMPOSITORE IN CARNE E OSSA. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, il tradizionale legame tra Musica e creatività umana si è ridefinito. Questo solleva interrogativi cruciali: come cambia la nostra percezione dell’Arte musicale in un’epoca in cui possiamo selezionare, modificare e persino generare artificialmente compositori e composizioni che, in natura, non sarebbero mai esistiti?
**REALTÀ E VIRTUALE: I LIMITI DELLA TECNOLOGIA**
L’intelligenza artificiale consente oggi di programmare e personalizzare compositori virtuali, modellandoli sulle nostre preferenze. «L’IA amplifica certe caratteristiche idealizzate, dandoci l’illusione di poter realizzare ogni fantasia,» spiega Raimo. «Ma il rischio è la perdita della libertà autentica del comporre, dell’essere ispirati da qualcosa di naturale o trascendente, sostituito da un copione preconfezionato.»
LA QUESTIONE DELL’ESECUZIONE VIRTUALE SI FA SEMPRE PIÙ COMPLESSA: POSSIAMO DAVVERO CONSIDERARLA UN’ESPRESSIONE AUTENTICA O È SOLO UNA RIPRODUZIONE ARTEFATTA? «Non parlerei di falso, ma di un preconfezionato che ci può portare in una dimensione talvolta, alterata. Pensiamo ALL’AUTOTUNE, che corregge l’intonazione in tempo reale durante un concerto dal vivo», osserva Raimo. «Chi interagisce esclusivamente con avatar virtuali rischia di confondere il mezzo con il fine, scambiando la tecnologia con un’autentica esecuzione musicale umana. L’arte di fare musica implica l’imprevisto, l’estemporaneità, l’incertezza: il mistero. Al contrario, la musica virtuale elimina ogni rischio, ma con esso anche il profondo coinvolgimento emotivo.» VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=rfGMqDXYNYc. Anche nella Musica liturgica abbiamo l’IA?
LA MUSICA LITURGICA NEL RITO CATTOLICO RIMANE AUTENTICA DA questo punto di vista perchè, desidera mantenere come dice il Concilio Vaticano II: “Verità dei gesti, delle parole e delle persone”. Si è tentato, tempo addietro, di meccanicizzare gli organi a canne con un rullo pre-inciso, forato, che permetteva una codifica dei suoni, come per le nostre vecchie lavatrici da lavanderia. Oggi questo sistema è in digitale ma sempre non consentito nella diretta delle celebrazioni perchè, privo di esecutore reale, senza un’intenzione e un’emotività espressa in diretta per la celebrazione di quell’istante. Se inventassero un robot che accordi le canne, probabilmente i fedeli usufruirebbero di sonorità intonate e non come avviene spesso per volontà e costi, di organi privi di manutenzione. Ricordiamoci che il corpo e la psiche fruiscono consapevolmente e inconsapevolmente di ogni esecuzione musicale a cui partecipano.
**GIOVANI E MUSICA: L’IMPATTO DEL DIGITALE**
L’omologazione e la fruizione passiva della Musica non sono fenomeni recenti. Già ai tempi di Toscanini a New York, si incominciava ad ascoltare un vinile a casa piuttosto che assistere a un concerto dal vivo. Tuttavia, negli ultimi decenni si è verificata una progressiva riduzione delle interazioni dirette tra i giovani e la musica dal vivo.
UNA POSSIBILE SPIEGAZIONE RISIEDE NELLA CRESCENTE ESPOSIZIONE A CONTENUTI DIGITALI E ALLA MUSICA GENERATA DA ALGORITMI. «L’iperstimolazione digitale sta ridefinendo la musica delle nuove generazioni», sottolinea Raimo. «La vera perdita non è solo quantitativa, ma qualitativa: il calore, il profumo e le sensazioni autentiche del reale sono qualcosa che la tecnologia non potrà mai replicare completamente.»
TUTTAVIA, LA TECNOLOGIA NON È UN NEMICO ASSOLUTO. DIVERSI studi dimostrano che può avere effetti positivi, facilitando l’educazione musicale e offrendo nuovi strumenti di apprendimento, come la possibilità di esercitarsi al pianoforte con una base orchestrale virtuale. La vera sfida è imparare a gestire queste innovazioni in modo consapevole.
**EDUCAZIONE MUSICALE: RISCOPRIRE L’UMANO NELL’ERA DIGITALE**
«Molti adolescenti si sentono più sicuri dietro a uno schermo perché la relazione digitale elimina l’incertezza e l’imprevedibilità del contatto reale», osserva Raimo. «Per questo è fondamentale promuovere un’educazione musicale che valorizzi il contatto autentico e l’esperienza diretta.»
L’educazione musicale del futuro dovrà affrontare non solo questioni di competenza tecnica, ma anche sviluppare una capacità critica capace di distinguere tra il reale e il simulato, riscoprendo il valore dell’esperienza umana nella sua interezza.
**TRA RISCHI E OPPORTUNITÀ**
Forse il problema non è nella tecnologia stessa, ma nella nostra capacità di comprenderla e gestirla. «La vera domanda da porsi», conclude il Maestro Raimo, «è cosa vogliamo davvero. Se non impariamo a guardarci, ad abbracciarci, ad interagire con i gesti, lo sguardo e un sorriso nel mondo reale, rischiamo di perdere ciò che ci rende autenticamente umani.»
L’IA può aprire nuove possibilità, dobbiamo imparare a usarla per arricchire, e non impoverire, la nostra umanità.
L’IA può aprire nuove possibilità, ma sta a noi decidere se usarla per arricchire la nostra umanità o per svilirla. L’arte, in fondo, nasce dalla tensione tra controllo e abbandono, tra ordine e caos. La tecnologia non deve sostituire l’emozione, ma amplificarla, restituendo alla musica il suo ruolo più alto: quello di parlare all’anima.
Mery Stevens