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IL MAESTRO RAIMO CI PORTA NEL MONDO MUSICALE LITURGICO.

Writer: Christian RaimoChristian Raimo


Oggi parliamo di MUSICA LITURGICA. E’ qui con noi il Maestro Raimo che di celebrazioni in  musica se ne intende perché ha fondato per primo in Italia un sistema organizzato di artisti di chiesa, maestri e professori titolati di Stato che operano dall’anno 2000 con conoscenza liturgica e sono a disposizione h 24, 365 gg l’anno delle nostre parrocchie, delle famiglie private e delle strutture pubbliche e private (cappellania della Polizia di Stato, aziende ospedaliere, enti ecclesiastici, ecc). Dopo una vita dedicata alla musica sacra e non, il Maestro Raimo porta con se l’esperienza diretta, le idee dei celebri nomi della musica sacra italiana (Luigi Molfino, Giancarlo Parodi, Stefano Innocenti, Luigi Augustoni) e della CHIESA UNIVERSALE (card. Carlo Maria Martini, card. Francesco Coccopalmerio, card. Achille Silvestrini, ecc) nonché delle collaborazioni  liturgiche con CEI, FONDAZIONE DON GNOCCHI, QUESTURA DI MILANO,📷INTERFORZE DI POLIZIA, ecc. La novità di quest’anno è un evento formativo dal titolo “ARTISTI DI CHIESA: SUONARE PER GLI ALTRI!”, un incontro di 3 giorni in cui maestri e professori, artisti delle piu’ prestigiose scuole organistiche italiane metteranno a disposizione tutti i loro saperi, sia per chi sogna di intraprendere questo mestiere, sia per chi e’ gia’ un professionista. Solo 20 posti per l’unico corso che si terrà nella celebre Vincenzo Monti di Milano i prossimi 18/19/20 Gennaio 2017 (iscrizioni e info@musicaconstile.com). E nel frattempo, noi di MUSICA CON STILE, abbiamo incontrato Christian che, in un’esclusiva intervista, ci parla di “UNA LITURGIA MUSICALE VIVA A RITMO NEL TEMPO”, e della sua carriera dalle origini fino ad oggi.


Maestro, quando la incaricheranno “Salieri della Musica”? 

Quando mi incaricheranno “Salieri del Papa” – dice prendendosi in giro – farò togliere dalle chiese metà degli strumenti per sostituirli con organi a canne ricchi di colori (registri) con una fonica adatta ad esprimere tutte le sfumature del Cristianesimo e della Resurrezione, perché dobbiamo imparare ad essere gioiosi!

Lei che è sempre “dietro le balaustre” come ci vede nelle chiese?

Vi vedo entrare e uscire, vi sento nei silenzi e nei timori e mi domando: le gioie? Dov’è la gioia nel fedele? Ascolto l’Alleluia che acclama il Vangelo, il canto dell’Osanna nel Santo e non sento la gioia! Già abbiamo una liturgia che ogni momento dice “pietà di me” se poi ci immedesimiamo, “siamo fritti, come un tempura!”. Ci rattristiamo, la nostra mente cade a livelli più bassi, vibra meno e siamo scordati: non accordati con i nostri prossimi.

Giovanni Paolo II scrisse la “Lettera agli artisti”, cosa è successo da allora?

L’Italia degli artisti di chiesa sembra un’ospedale da campo: uomini e donne con titolo di Stato o per diletto, accreditati ad un incarico inesistente nella forma e come secondo lavoro, spesso “in nero” o per una mancia dove, il ruolo del “maestro liturgico musicale” diventa una gelosa poltrona senza alcun diritto. E parlando di diritto, parliamo di canonico: qui non è nemmeno contemplata la figura.

Dove si trovano i musicisti nelle chiese?

Percorriamo le scale per arrivare agli strumenti. Dai luoghi scavati nei muri con un passaggio da “gobbo di Notre Dame” dove la polvere mantiene gli arredi, ai retro altare o fianco navata laterale più a contatto con la diretta celebrativa. Quando si arriva alla consolle (l’apparato tastiere) troviamo l’esecutore e l’interprete: un uomo con la barba incolta e i capelli disordinati, uno sguardo dubbioso e sospetto, un sepolcro musicale pieno di strutture celebrali complesse. Ecco quello che gli italiani dicono: “E’ un artista!”.

Cos’è un artista per Lei?

E’ quello che insegno ai miei ragazzi: un essere umano col talento di esprimere le emozioni, i sentimenti, le passioni ed oltre: il trascendente. Non comprendo la libertà intellettuale quando diventa anarchia. In Italia c’è ancora l’immagine dell’artista = disordinato, genio e sporco. Se piace..

Quale momento spiacevole ricorda di aver vissuto nei luoghi sacri?

Ho trovato sacerdoti che negavano ai famigliari la musica liturgica nel momento di un funerale. es. don X presso la Chiesa del Corpus Domini in Milano (ho ancora uno scritto della famiglia) . In un momento di dolore aggiungere un altro dispiacere, aggrava soltanto. Ho anche vissuto preti straordinari che si mettevano a completa disposizione delle persone. Onorando gli altri onoriamo noi stessi e il rito.

Cosa chiede la Musica ai luoghi sacri?

La musica nelle chiese chiede rispetto, rinnovamento, lo chiedono i fedeli che ascoltano spesso organi scordati (le neuroscienze possono dirci gli effetti), lo chiede il rito che per funzionare ha bisogno di comunicatori dei suoi stessi gesti nonché, di un ritorno al “silenzio parlante”. Il ritmo non c’è, la noia divampa assieme all’accettazione e qualche ragazzo prende insieme la chitarra per dare un po’ di freschezza, anche se non proprio a regola d’arte. 





Proprio in questi giorni il suo progetto nazionale di rinnovamento della figura dell’artista di chiesa è nelle mani di Papa Francesco, come dalla lettera qui presente della Santa Sede. Ci può dare qualche anticipazione?

Bastano 10 euro a fedele e tutto funzionerebbe. L’incarico deve partire dall’alto, da Roma, da Francesco. Tra i punti indicati nel rinnovamento c’è il codice etico dell’artista e la costituzione di un apparato nazionale gestionale che unisca le realtà esistenti. Il contratto dell’artista di chiesa esiste da 10 anni, l’ho messo in essere grazie all’avv. Vincenzo S., proprio nella diocesi ambrosiana: “Volere é Volare!”. 



Quindi Maestro Impresario e politico? 

No, sono un creativo che disegna e progetta con la cultura e per la cultura. Se il politico crede in me, son ben lieto e disponibile! Dobbiamo pensare anche a tutti quei musicisti che si affacciano al mondo del lavoro con il titolo di Stato di organo, direzione di coro, composizione, ecc. (dai 5 ai 15 anni di formazione). Sono da integrare per dare ricchezza alle nostre chiese, perché la cultura è benessere, sveglia l’intelletto, crea catarsi e permette di elevarci oltre la materia. La Chiesa sta cambiando e con essa gli artisti, le idee. Come dice Francesco, i sacerdoti non sono padroni delle parrocchie ma “portinai di Dio”. Eguali gli artisti, non sono padroni della musica, essi sono colombe bianche dell’arte!

Ci racconta le sue origini?

A 5 anni ero organista della mia parrocchia ad Arma di Taggia e a 18 ero invitato a pranzo da mons. Mario nella favolosa villa Sacra Famiglia dove si gustavano i sapori della Liguria e il sapere di grandi uomini. A capo tavola sedeva il card. Martini. Ad Arma, il mio parroco, preparava accuratamente la s. messa: era veramente sentita, chiunque era investito di un ruolo. Farlo di mestiere o no, bisognava crederci ed essere responsabili con attitudine! A 7 ero già pianista dell’hotel grattacielo *****L  del paese e organista titolare della parrocchia, forse per una promozione ricevuta perché ruotavo troppo il turibolo nelle messe solenni e il carboncino finiva sui piviali ?!..(abiti per la benedizione).



Dal mare alla nebbia di Milano tra Conservatorio, la Scala, St. Ambrogio e Duomo, dalla metropoli del nord alla “Caput Mundi Romana” per immergersi nei corsi di liturgia con cardinali e ministri del Santo Padre Giovanni Paolo. Quante messe ha suonato?

Se un fedele in 43 anni partecipa mediamente a 2.000 celebrazioni (circa 1 la settimana) io sto per sfiorare quest’anno le 10.000 messe tra ordinarie, solenni e di Stato. Spero che nella misericordia 📷 di quest’anno, tra le messe a cui ho partecipato suonando, si possa aprire un portone verso il Paradiso?! sempre se avro’ suonato col cuore.. come diceva il buon Giancarlo mons. Boretti.

La sua pubblicazione è intitolata “Suonare per gli altri”, cosa ci anticipa?

Semplice: non amare troppo se stessi suonando ma, far vibrare gli altri. Questo è il vero ruolo dell’artista, donarsi e propagare il bello! Riconosceteli e sosteneteli: si chiamano artisti, sono nati per Voi!

by Mery S.

 
 
 

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